CAPIRE IL SECONDO CERVELLO PUO’ AIUTARE A GESTIRE LA FAME?

Quante volte diciamo, “ quella situazione mi da il mal di pancia”, oppure “sento le farfalle nello stomaco”.
Forse non tutti sanno che l’intestino, che è dotato di riflessi autonomi, concorre alla fissazione di ricordi legati alla sfera emotiva, cioè parte delle nostre emozioni sono influenzate dalla nostra pancia.
Nello stomaco si trova quindi un “secondo cervello”, con funzioni che si riflettono sull’intero organismo, che regola le emozioni, i ricordi e il piacere.
PERCHE’ MANGIARE PUO’ ESSERE FONTE DI MOLTO PIACERE
È importante sapere che l’intestino è un organo dotato di un sistema nervoso con un tessuto neuronale autonomo in grado di mediare i riflessi in assenza di input cerebrali. All’interno di questo “secondo cervello” viene prodotto un particolare neurotrasmettitore, noto come l’ormone del benessere: la SEROTONINA che per il 95% viene prodotta proprio nell’intestino. Questo processo avviene grazie a stimoli interni (come le emozioni positive o le routine che rassicurano) ed esterni (come il cibo, suoni o colori). Quindi quando mangiamo produciamo serotonina e questo aiuta a produrre benessere, salvo poi provare sensi di colpa quando si eccede nel cibo.

NON SOLO SEROTONINA

Gli stimoli negativi, interni o esterni che siano, invece producono sintomi con ricadute a livello organico di disagio (nausea, dolore addominale). Questo accade perché lo stomaco comunica con il cervello in misura del 90% di tutti i messaggi neurali. E quando l’intestino soffre, ad esempio per la sindrome del colon irritabile o l’ulcera, la persona ne risente anche a livello psichico.

COME PROVARE A GESTIRE QUESTO SECONDO CERVELLO
Il sistema gastroenterico quindi non è solo funzionale alla digestione ma può funzionare in autonomia rispetto al cervello e quindi non mediato da un processo cognitivo. Questo, in presenza di situazioni stressanti ed emotivamente negative “non digerite”, può generare disturbi organici come la colite, l’ulcera, i bruciori di stomaco, la sindrome del colon irritabile, malattie che possono essere causate da stimoli stressogeni.
Ovviamente un’alimentazione sana concorre a gestire meglio il nostro secondo cervello…ma non solo.
Quante volte abbiamo detto “quella cosa non l’ho ancora digerita” oppure “quella situazione mi è rimasta sullo stomaco” o “mi vien la nausea a pensare a….”. E quante volte, in presenza di stress, vi è capitato di digerire male, avere la pancia gonfia o l’intestino bloccato.
Sembra quindi esserci una forte correlazione tra la funzione autonoma intestinale ed emozioni “non digerite”, emozioni che potrebbero essere meglio comprese e gestite con l’aiuto di una psicologa. Comprendere e gestire le emozioni, sia positive che negative, può aiutare a capire che non sempre l’assunzione di cibo è la risposta adeguata ai disagi.
No Comments

Post a Comment