La Teoria Polivagale: una prospettiva neurofisiologica in risposta ai pericoli e allo stress
Secondo la teoria polivagale di S. Porges, oltre al cervello, ci sono altri organi, come il cuore, i polmoni, l’intestino, che governano il nostro comportamento e le nostre emozioni.
Come?
Sappiamo che il sistema nervoso automatico, a cui afferiscono tutti gli organi del corpo umano, ad eccezione del cervello, è diviso in due sottosistemi antagonisti: il simpatico che attiva condotte difensive, di attacco o fuga, e il parasimpatico che favorisce l’omeostasi, cioè regola il riposo. Il sistema parasimpatico è mediato dal nervo vago che ha una duplice funzione: da una parte riporta la quiete, dall’altra, nella sua dimensione più arcaica, porta ad una forte riduzione del battito cardiaco.
Perchè?
In realtà, secondo la teoria polivagale, sembra che ci siano due ramificazioni del nervo vago, entrambe afferenti al parasimpatico, una che funziona mitigando il pericolo con comportamenti socialmente adeguati, l’altra che invece contribuisce a disattivare i nessi cognitivi e che si manifesta con uno stato di freezing, simile a quello messo in atto da animali che si fingono morti per sottrarsi al predatore.
Quindi se il pericolo è percepito come moderato si attiva il simpatico con condotte di attacco o fuga. Quando la sensazione di pericolo, è lieve o assente, cioè in stato di relativa sicurezza, prevale la funzione vagale di regolazione dell’omeostasi, tipica, ed evoluta, del parasimpatico, cioè quella che regola adeguatamente il battito cardiaco, il respiro polmonare, la funzione digestiva ed escretoria e l’espressione dei tratti del viso. Quando il pericolo è vissuto come terrorizzante il parasimpatico rallenta eccessivamente la respirazione ed il battito cardiaco e gli sfinteri si rilassano, tutto il contrario di quello che avviene sia con l’attacco che con la fuga.
Nell’uomo, e nei mammiferi in generale, il circuito parasimpatico evoluto viene utilizzato automaticamente; ma se fallisce nel sostenere la sicurezza subentrano i circuiti più arcaici e primitivi con le manifestazioni disfunzionali.
Tutto questo discorso per sottolineare che la funzione più primitiva del nervo vago entra in funzione quando il livello di stress a cui siamo sottoposti è elevato e cronico, cioè quando viene superata la cosiddetta finestra di tolleranza.
Queste sono alcune piccole pillole di un argomento molto complesso e recente scoperta neuroscientifica. Gli studi sulla teoria polivagale hanno prodotto risvolti significativi nel campo della psicoterapia e sono connessi all’applicazione dell’EMDR, di cui vi parlerò prossimamente.
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